lunedì 28 settembre 2015

Il sapore dell'uguaglianza

Una sardina incontrò un’altra sardina in mare e le disse:
– Ciao.
Ma l’altra rispose: – Come si permette? Ma chi la conosce?
– Mi scusi, è che siamo sardine entrambe, se non siamo gentili fra di noi...
– Guardi che io non sono una volgare sardina. Io sono una Clupea pilchardus.
Lettore, ti assicuro che avevano il medesimo sapore.

giovedì 24 settembre 2015

Malasanità

Un centauro si ammalò e andò al pronto soccorso a farsi curare. Il medico che lo visitò disse che non era di sua competenza, perché il centauro aveva una parte di cavallo, e quindi lo mandò dal veterinario, il quale disse che non era di sua competenza, perché il centauro aveva una parte di uomo. Fu così che il centauro morì.
La morale della favola è che l’eccessiva specializzazione non permette di vedere l’insieme.

mercoledì 23 settembre 2015

Le due candele

In una chiesa, l’una accanto all’altra, c’erano due candele: una in cera e l’altra elettrica. Quest’ultima disse alla prima:
– Poverina, ma guarda come sudi! La tua fiammella ti consuma continuamente. Io, invece, brillo senza fatica.
– È vero – rispose la candela di cera – morirò prima di te, logorata, ma la luce che faccio è mia, mentre quella che fai tu proviene dal sistema elettrico e non ti appartiene.
Lettore, da quale di queste due candele vorresti essere commemorato?

martedì 22 settembre 2015

Il topo di biblioteca e la cornacchia

Un topo di biblioteca vagava meditabondo per il mondo, portando con sé un pesante incunabolo. Quando arrivò sotto un albero, sentì rantolare una cornacchia. Allora il topo le chiese:
– Mi scusi, lei rantola come una cornacchia: è una cornacchia per caso?
E la cornacchia, rantolando, rispose: – Sì.
– E sta morendo?
Un altro rantolo, un altro sì.
– E di cosa, di grazia, sta morendo?
– Di vecchiaia – gracchiò la cornacchia.
– E mi scusi se sono indiscreto, ma quanti anni ha, di preciso?
– Ottanta.
– Oh! – disse il topo, e aprendo l’incunabolo corresse l’informazione che diceva che le cornacchie vivono mille anni. Appena richiuse il libro, ringraziò la moribonda cornacchia:
– Ma lei è proprio sicura che sta morendo?
La cornacchia cadde dall'albero e stramazzò al suolo.

lunedì 21 settembre 2015

Le buone tradizioni di una volta

Nonostante la mia fede non sia delle più solide, mi considero abbastanza devoto di San Matteo.
San Matteo ricorre il 21 settembre e a Salerno è giorno di festa.
Non escludo che se mi fossi trovato lì sarei andato alla processione.
L'ultima volta che ho visto la processione ho detto a una ragazza che era accanto a me che quando passa la statua del Santo la tradizione vuole che si debba dare un bacio al proprio vicino e lei ha fatto finta di crederci.

venerdì 11 settembre 2015

Panda zen

Un panda che credeva nei principi zen seguiva una pista di bambù, pensando: «Il bambù è vita, io mangio il bambù». La pista portava in una grotta e lì il panda entrò a sgranocchiare comodamente il bambù, quando lo sportello si chiuse davanti a lui, lasciandolo al buio. Solo allora, grazie ai principi zen, si rese conto di essere caduto in una trappola. Quando riaprirono il portello si trovava in Germania, a Berlino, ed era divenuto proprietà dello zoo. La gabbia in cui viveva era molto più angusta delle foreste in cui era cresciuto. Giorni dopo vide una bambina che si drogava e pensò: «A ognuno la sua schiavitù».

giovedì 10 settembre 2015

Il dodo e l'immortalità

L’ultimo esemplare di dodo maschio sulla terra si innamorò dell’ultimo esemplare di dodo femmina che, non avendo altra scelta, ricambiò il suo sentimento. Lei però aveva spesso mal di testa e rimandava così di giorno in giorno il momento in cui avrebbero salvato la propria specie. Il dodo, in trepidante attesa, vagava per la foresta, quando un giorno incontrò un gruppo di cacciatori britannici che, non appena lo avvistarono, gli puntarono contro i fucili e fecero fuoco. Il dodo riuscì miracolosamente a mettersi in salvo, ma non si allontanò: si nascose tra le fronde di un albero vicino per ascoltare i discorsi dei cacciatori e capire quale odio li spingesse a sparargli addosso. «Hai visto? Un dodo! Un esemplare magnifico! Immagina che figurone farebbe nel mio salotto: tutta la nobiltà di Londra lo ammirerebbe estasiata!». Il dodo pensò alla gloria che avrebbe ricevuto dopo la vita. Che cosa lo tratteneva? Pensò all’eventuale e sicuramente ingrata discendenza che avrebbe avuto da sua moglie. Uscì allo scoperto, atterrò e lentamente avanzò verso il lord che, ricaricato il fucile, lo scaricò sulla preda, lasciando ben poco da impagliare per il salotto.

martedì 8 settembre 2015

Non ci sono più i prìncipi di una volta

C'era una volta una principessa bellissima, prigioniera in una torre inespugnabile. Uno stregone malvagio aveva posto a guardia della torre un drago ferocissimo, e tutti i principi che avevano tentato di salvarla avevano fatto una brutta fine. La povera principessa non aveva mai nessuno con cui parlare e si sentiva terribilmente sola e triste.
Un giorno, mentre giocava a solitario come al solito, udì un sibilo che aumentava d'intensità. Stava per affacciarsi alla finestra, quando fu investita da una nube di polvere e calcinacci.
- Ahi! Ahi! Che male! - disse la figura che uscì dal polverone.
- Chi sei?
- Sto bene, sto alla grande!
- Ehi, dico a te che sei piovuto dal cielo!
- Ah, sì, io sono un principe, un principe azzurro.
- Mio salvatore! Come hai fatto ad arrivare qua?
- Beh, modestamente, mi sono fatto catapultare.
- Che bello! E come mi porterai via dalla torre?
- In realtà, non c'è una via d'uscita.
- E allora che sei venuto a fare?
- A farti compagnia.

domenica 6 settembre 2015

L'asino vola

Il cavallo e il coniglio chiacchieravano tranquillamente del più e del meno. Sopraggiunse l’asino e chiese:
– Posso chiacchierare anch’io con voi?
– No! - risposero in coro i due.
– E perché? - chiese timidamente l’asino.
– Perché noi siamo famosi – disse il cavallo – lo sai che gli uomini dicono: «Hai i denti da coniglio». E poi dicono anche: «A caval donato non si guarda in bocca». E i denti dell’asino?
– Vabbe’, però...
– E poi – aggiunse il coniglio – noi portiamo fortuna: pensa al ferro di cavallo o, modestamente, alla zampa di coniglio. Tu invece? Mi sa che porti un po’ sfiga.
– Non saprei... – tentò di rispondere l’asino, mentre veniva cacciato via.
Sconsolato, l’asino si inerpicò allora per un sentiero di montagna, finché non si trovò su una rupe a strapiombo e sospirò profondamente.
– Ehi, un asino che vola! – disse il cavallo, guardando la scena dal basso.
– Eh no! – disse il coniglio.

sabato 5 settembre 2015

Pisciaiuoli & Pecorari

Domani si disputerà all'Arechi il derby Salernitana - Avellino.
La cosa dovrebbe lasciarmi indifferente, ma ero a Salerno quando è uscito il calendario e ho visto mio fratello, i suoi amici e la gente per strada così eccitata che mi sono eccitato anch'io per loro.
Quando ero piccolo ero convinto che Ceramicola tirasse bombe da lontano e fosse meglio di Pelè, perché grazie a un suo gol la Salernitana pareggiò (e, quindi, pareggiammo?) contro l'Avellino.
Come tutti i miei coetanei conoscevo a memoria i cori contro l'Avellino:

Dietro ai monti c'è un paese
là ci trovi l'avellinese
ma se guardi da più vicino  
tu ti accorgi che è un contadino

la bucolica parodia della sigla di Heidi: 

Bianco-verde
ti sorridono i monti
bianco-verde
le caprette ti fanno ciao
bianco-verde
qui c'è un mondo fantastico
bianco-verde
contadino sei tu!

o quello che è sempre stato il mio preferito, perché onirico e surreale:

Il sogno di un granata è svegliarsi un bel mattino
andare dietro ai monti e non trovare più Avellino.

Nelle vacanze del novantatré conobbi una ragazza di Avellino, che si chiamava Sonia: era bellissima, aveva gli occhi color Tirreno d'estate verso mezzogiorno e visto che eravamo in vacanza in Cilento l'accostamento era particolarmente appropriato. In teoria io le stavo pure simpatico, ma la presi in giro durante tutte le vacanze, perché era avellinese, e attorno ai falò o stesi al sole le cantavo in continuazione i suddetti cori.

Che Gesù Cristo abbia pietà di me.

venerdì 4 settembre 2015

Nel blu dipinto di blu

La costellazione dello Scorpione disse a quella del Toro:
– Sai, le luci che compongono le linee per cui io sono lo Scorpione e tu sei il Toro possono essere viste solo dalla Terra, solo da là. Appartengono a sistemi diversi, anche lontanissimi tra loro.
E il Toro rispose:
– Ah, non ci avevo mai pensato.
E lo Scorpione aggiunse:
– E sai, quelle stesse luci sono così lontane che in realtà si riferiscono a stelle che non esistono più.
E il Toro concluse:
– Quindi noi non esistiamo.
Già – gli rispose lo Scorpione, e non parlarono più.

giovedì 3 settembre 2015

Il topo di biblioteca e la salamandra

Un topo di biblioteca vagava meditabondo per il mondo, portando con sé un pesante incunabolo. Quando arrivò sotto a un portico e vide una salamandra appesa alla parete le chiese:
– Mi scusi, lei è una salamandra?
E la salamandra rispose:
– Certo.
Allora il topo brandì un lanciafiamme e lo azionò contro la salamandra, che carbonizzata precipitò a terra. Il topo si sincerò delle sue condizioni e, quando constatò che era deceduta, aprì il pesante incunabolo e lesse: «La salamandra vive nel fuoco». Scosse il capo e aggiunse tra “salamandra” e “vive” un “non”.

mercoledì 2 settembre 2015

Piccolo grande amore

In una città celebre per la parsimonia dei suoi cittadini un venditore ambulante di verdure sostava con il suo carretto di fronte alla basilica dell'Annunziata. Era mattino presto: le donne si affrettavano alla prima messa e varcavano ancheggiando il portone, sotto lo sguardo compiaciuto dell'ambulante.
Ma nel frattempo un mazzetto di basilico aveva occhi solo per il suo grande amore:
- Basilica! Perché siete così fredda? Io vi amo tanto!
- Non siate insolente, con quale diritto mi rivolgete la parola?
- Ecco, fredda e bellissima. Possibile che siate così indifferente al mio amore?
- Ma quale amore! Non vedete come siete piccolo e mingherlino, e poi...
- E poi?
- E poi, beh, insomma, lo sapete, io sono una donna di chiesa!
- Ma il mio amore è puro!
- Vi ho detto no, non mi scocciate: non vedete quanta gente importante devo accogliere? Non ho tempo per voi.
Il basilico stava per ribattere che neppure lui aveva molto tempo, ma proprio in quel momento il venditore lo prese dal banco e lo consegnò ad una massaia con cui stava contrattando il prezzo da mezz'ora.
La basilica fece finta di non essersene accorta, e continuò per secoli ad accogliere i credenti. Ma tutte le volte che in un'omelia sentiva pronunciare la parola “amore” si commuoveva al ricordo di quel suo mazzetto innamorato.

martedì 1 settembre 2015

Il pesciolino che non sapeva nuotare

C’era una volta un pesciolino che non sapeva nuotare. Se ne stava fermo a metà strada tra la superficie e l’abisso, da solo. Ogni tanto gli si avvicinava qualche altro pesciolino e gli chiedeva come mai non si muovesse mai di lì, o semplicemente come stesse. Rispondeva a monosillabi, lui, o se ne restava muto come un pesce. Un giorno apparve uno squalo in lontananza e tutti i pesci scomparvero, tranne lui. Lo squalo lo puntò stupito; poi sogghignò. Gli si appropinquò, allora, lentamente, puntandolo, muovendo la pinna a destra e a sinistra. Il pesciolino restava fermo. Lo squalo, avvicinandosi, si domandava se la sua preda fosse coraggiosa o non si fosse in realtà accorta della sua presenza, ma, quando vide che il pesciolino ricambiava con fermezza il suo sguardo, non ebbe dubbi. Accelerò e spalancò le fauci, e l’unica cosa che il pesciolino disse prima di essere inghiottito nel gorgo dello stomaco fu: «Finalmente!».