domenica 30 agosto 2015

Amsterdam free hugs

Una serata tanto tempo fa 
andavo dove mi portava il vento 
e non so più se per l’umidità 
o forse per l’umore del momento 
le lacrime sgorgavano dagli occhi. 

In bicicletta andavo per le piste 
ciclabili, accostandomi ai canali 
pericolosamente ed ero triste 
quando sentivo miei connazionali 
paragonare il paese dei balocchi 

ad Amsterdam. Dov’è, dov’è Lucignolo? 
Le porte si aprono di un coffee shop 
fuoriesce fumo come da un comignolo 
e poi risate, ritornelli pop 
e colpi irrefrenabili di tosse. 

Così facendo leva sui pedali 
per Amsterdam vagabondavo in bici 
ed inarcandomi per quei canali 
senza una lira in tasca e senza amici 
mi imbattei nel quartiere a luci rosse. 

Lego la bici a un palo e mi avventuro 
nei vicoli davanti alle vetrine. 
Le ragazze che appaiono nel muro 
indossano push-up e mutandine, 
e quanto al resto sono tutte nude. 

Intorno a me una folla ridanciana, 
cortei di uomini e squallori a strascichi. 
Mi accosto a una vetrina e una puttana 
mi apre e le chiedo: “How ’bout a kiss? How much is it?” 
Fa un passo indietro allora ma non chiude. 

Ci pensa un attimo e risponde un bacio no, 
che un bacio non me lo potrei permettere. 
Mi rendo conto intanto che mi piacciono, 
oltre alle curve e al solco fra le tette, 
i suoi bicipiti, le braccia e gli omeri. 

Per cinquanta mi avrebbe fatto un blow job, 
io cinquant’euro non li avevo e allora 
le ho chiesto se volesse il mio orologio 
ma non le piace controllare l’ora 
e alle lancette preferisce i numeri. 

Vado ma lei, lasciandomi interdetto, 
dice che può darmi un abbraccio free. 
Io non ho soldi, sono triste e accetto. 
Varco la soglia, oltre la tenda e mi 
ritrovo accanto a tanta nudità. 

Mi dice che non devo dirlo in giro. 
M prende tra le lunghe braccia e tiene 
stretto e posso sentire il suo respiro 
e mi sussurra che va tutto bene, 
che questa mia tristezza passerà.

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