ad Alice E.
Purtroppo, come al solito,
mi presento in ritardo:
l’orologio mi lascia sempre indietro.
Alice sulla banchina della metro
accende gli occhi e le iridi di ghiaccio
di un’altra idolatria mi fanno accolito
devoto. Contemplandone lo sguardo
di Antartide mi chiedo se le piaccio,
ma francamente dubito.
Mi porta davanti al
mulino delle ballerine sconce
per fare una fotografia, ma non c’è
memoria nella sua memory stick.
Ne faccio una mentale, allora, subito,
e ci lasciamo alle spalle Pigalle
per avviarci verso Rue Lepic.
Nessun commento:
Posta un commento