domenica 30 agosto 2015

Angelica che fugge

Leccagli il dorso e assumerai degli acidi 
(le donne ormai sono soltanto un incipit) 
e lascia pure che il ranocchio gracidi: 
non basta un bacio a tramutarli in principi 
e adesso un bacio è il massimo che dai 

per ottenere invece cosa in cambio? 
Non dico il sesso, so che cosa pensi, 
il mio discorso adesso è ben più ampio; 
tu eri un’eroina, in tutti i sensi, 
e per te si curvavano i cucchiai. 

Io ti ho inseguita a lungo: sono stanco; 
ormai non mi diverte più la fuga. 
Nella tua chioma un filo d’oro bianco 
e accanto all’occhio timida una ruga; 
Itaca quanto dista dal Catai? 

Capisco l’amarezza, ma il rancore, 
Angelica, potevi risparmiartelo 
o mi dimostri che, fontane a parte, 
drogate solo o magiche, l’amore 
che finisce non è esistito mai.

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