Entra il tram nel solco,
nel canale di scolo
di lacrime, piogge acide e latrine.
Tremano le carrozze
mentre evito le pozze
come se l’acqua nascondesse mine.
Ripenso alle poltrone al cinema,
Ripenso alle poltrone al cinema,
a quanto fossero vicine
all’uscita e, quindi, alla fine;
all’uscita e, quindi, alla fine;
camminare sopra una grata
è ancora un rischio inopportuno.
Nel mezzo del diluvio
vado per via Vitruvio
e Settembrini e Cincinnato e viale,
mi pare, Tunisia
per arrivare in via
Settala, dove imbocco la spirale
Settala, dove imbocco la spirale
vertiginosa delle scale
con cui verso di te si sale
con cui verso di te si sale
al più non mi ricordo quale
piano. Milano è diventata
la nostra terra di nessuno.
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