Nel Quadrilatero
cerchi alla testa:
quanto mi costa
una batosta
e fare il satiro
per rendere Milano un luogo ameno!
Le ombre nei vicoli,
le luci al neon.
Chiedo a Matteo
se il galateo
ci ponga ostacoli.
“A te non so” risponde lui “ma a me no”.
Perché lo scorcio
della barista
mi manda in estasi
e mi rattrista;
mi sento il sorcio
che gusta nella trappola il veleno.
Mi attacco al vino
come a un catetere.
Il caos è il meno
che può succedere
restando al tavolo.
Inclino i piani,
prima che il diavolo
si prenda l’anima
e alzando il gomito
con qualche eccesso
la renda in vomito
in fondo al cesso.
Scroscia lo scarico
dello sciacquone
e mi rammarico
senza emozione
per tanto spreco.
Sulle piastrelle
cammina un geco.
Lo chiamo e l’eco
ritorna accapponandomi la pelle.
Come un reality
parlo di nulla.
Qualcuno balla
sulla mia spalla,
mischiamo gli aliti
cattivi e rutta:
siamo alla frutta.
La soluzione
sembra essere aggrapparsi subito alla
ceramica.
Per strada i triangoli
mostrano un varco
tra stelle e sterco.
Perciò ti cerco,
anche se gli angeli
pare assodato ormai che non esistono.
Da tanto brancolo
nel buio pesto,
fuori asse e posto;
resto nascosto.
Ma sono stanco (l’ho
già detto?): cose note, e anche così stono:
cerco di infrangere
vetrine, specchi
e altri balocchi,
abbasso gli occhi
se leggo danger e
bestemmio addirittura un po’ (ma Cristo, no).
E poi confesso
i miei peccati,
escluso il sesso
e i derivati.
Al contrabbando
del cuore brindo,
ahi ahi cantando
cielito lindo.
Ai vecchi amori
che porto dentro
andando fuori,
restando in centro
finché non sento
salirmi i brividi.
Non mi lamento
e faccio brindisi
a te, a te, a
tutti, mi pare.
Anche alla mia
malinconia,
che sa nuotare:
la butto in un bicchiere e torna a galla,
mentre io precipito.
E quando dormo
in via Palermo
sempre confermo
ed anzi accelero
questa mia brutta
caduta: è tutta
una questione
di principio (il secondo della termo-
dinamica).
Torniamo a casa sua, ubriachi marci;
chiedo a Matteo, mettendomi supino
sul suo divano, pieno di fiducia
e di speranza:
“Che cosa devo farci
con tutta questa vita che mi avanza?”.
Allora lui mi passa l’accendino
e dice: “Bruciala”.
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