Una leggenda metropolitana
dice che andando assieme a una puttana
ti ritrovi al risveglio senza un rene.
Lei mi ha portato in un albergo ad ore
e siamo stati anche piuttosto bene
ma al mio risveglio non avevo il cuore.
Non so che fare e me ne resto a letto,
prendo uno stetoscopio dal cassetto
(l’oroscopo mi dice che non m’amerà),
mi ausculto ma non sento il bum bum bum.
Perciò telefono al servizio in camera:
per rianimarmi ordino del rum.
Ma bussano alla porta e dico: “Avanti”
ed entra una ragazza, con i guanti
di gomma e in mano una ventiquattrore.
Indossa un camice e una giarrettiera.
Mi dice: “Lei ha un brutto raffreddore.
Se vuole posso farle da infermiera”.
E poi, sorniona: “Vuole che la intubi?”.
Mi rendo conto che somiglia a Ruby
e penso ai Rolling Stones e al verso che
fa “She would never say where she came from…”.
In tele mandano un filmato osé
prima del rogo dei bambini rom.
prima del rogo dei bambini rom.
Prende dei lacci e mi lega alle sponde
del letto. “È tutto ok, è solo bondage!”
aggiunge allora ma non mi ha convinto.
In mio soccorso per fortuna sale
un deputato con un naso finto
che è tenuto al guinzaglio da un maiale.
Esco da quella camera di corsa,
qualcuno grida: “Il crollo della Borsa!”
e la notizia semina scompiglio.
Ci sono i numeri ma non c’è il quorum
e il nostro Presidente del Consiglio
accetta solo i giudici di Forum.
Per strada incrocio un gruppo di neonazi
che sono alla ricerca degli spazi
vitali: “Questo territorio è nostro!”
mi dicono con sputi e peti e rutti.
Ed io, che stupido, mi sento un mostro
perché vorrei che appartenesse a tutti,
a tutti quelli che ne hanno bisogno.
Mi guardano i neonazi e mi vergogno
di non avere le parole esatte.
Sarebbe splendido volersi bene.
Ma tutti loro si aprono le patte
estraendo, per pisciarmi addosso, il pene.
Salgo su un treno a Porta Nuova e il treno va…
un paio di ore e mi ritrovo a Genova.
Due uomini mi prendono per tonto
e mi intimano: “Arruolati all’istante!”.
Li lascio e per nascondermi al tramonto
prendo la direzione di levante.
Sento mentre cammino per Albaro
minaccioso o goliardico uno sparo.
C’è il 3x2 sulle camicie rosse;
se vai da Zara trovi ancora i saldi.
Un ragazzino fa un colpo di tosse
e mi indica Giuseppe Garibaldi.
Ed è un barbone con il fez e il poncho
che guarda l’orizzonte e tiene il broncio.
Il mare è limpido di fronte a Quarto.
Gli dico: “Ormai l’Italia è libera, è una!”.
Lui mi risponde: “Io comunque parto”.
Allora buona, gli auguro, fortuna.
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