Dalla finestra ermetica appare una
cappa; ricorda una parete nera:
è il cielo. Dentro c'è una luce bruna,
opacizzata dalla plafoniera.
Spicca sul tavolo di compensato
sinuosa accanto a un teschio una clavicola.
Per terra il cercine sclerificato
di scarafaggi, massa che formicola,
flabelli e antenne in sfrigolante dilagar
onde di inchiostro isterico che incracchia
i tasti e le aste e il rullo di una Caligraph
scassata; striduli e scricchianti crocchi
sul suolo che s'imblatta e imbratta e macchia.
Il teschio sembra che abbia ancora gli occhi.
Il teschio sembra che abbia ancora gli occhi.
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