Quando la mia pazzia mi spiazza,
quando mi sento solo e sottosuolo
e quando alla finestra l’usignolo
cinguetta un po’ di dodecafonia
e Mahler, male,
io vado dalla mia ragazza
che vive in via del tutto eccezionale.
E le porto un bouquet
di viole di plastica
che non appassirà
e facciamo quella cosa che
finisce per e
e inizia per a.
Ma prima alle pareti
per non essere indiscreti
mettiamo delle tavole di sughero.
E poi leggiamo un libro fatto solo
di pagine bianche,
bianche come un lenzuolo,
finché non mi ricordo e accorgo che anche
le lettere d’amore andranno al macero.
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