domenica 30 agosto 2015

La Dama di A'dam

Non c’è sul calendario il Dies Irae
se vado avanti con il fast forward 
per vedere com’è che andrà a finire 
scateno imprevedibili amarcord 
forse perché funziono all’incontrario. 
Le rondini non trovano più il nord, 
i loro voli sono fuori orario 
e hanno cambiato l’orbita; 
si intorbida di polvere il linoleum. 

Da quella libreria ti ho vista andartene 
– la giacca azzurra coi riquadri neri – 
in nessun luogo e da nessuna parte 
e in fondo all’ultimo dei miei pensieri; 
e poi nei quadri di Van Gogh e Rembrandt, 
nei coffee shop, nelle vetrine ed eri 
immensa, immane, e di divina tempra. 
Mi diede questa idea 
la sposa ebrea esposta al Rijksmuseum. 

Tre croci mettono al tuo nome un velo 
e provo a collocarle in un’ascissa 
ma in terra c’è lo stesso caos del cielo: 
per te si muovono le stelle fisse, 
per te si affievoliscono i fanali. 
Il giorno in cui verrà l’apocalisse 
camminerai sull’acque dei canali; 
dandomi il cuore in dote 
intonerai le note del Te Deum.

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